Intervista alla Prof. Maddalena FOTI
- Vite Raineri Marcora
- 5 giu
- Tempo di lettura: 3 min
La Prof.ssa Maddalena Foti si è occupata per anni di Vite, fino allo scorso anno.
La nuova redazione ha deciso di realizzare e pubblicare questa intervista, che vuol essere sia un piccolo omaggio ai suoi tanti anni di impegno sia una sorta di "sigillo" dopo il passaggio di testimone di quest'anno scolastico 2024/25.

Come ha capito che voleva intraprendere la strada dell’insegnamento?
Mia madre era insegnante, e io le ho sempre detto che non intendevo insegnare. Quando mia madre si è ammalata, io lavoravo a Milano e non potevo più fare la pendolare tra Milano e Piacenza, e decisi allora di inserirmi nel mondo dell’insegnamento, e da allora ho incontrato ragazzi e colleghi che mi hanno convinta a continuare su questa strada.
Lei ha insegnato a molti studenti dell’Istituto Agrario. Cosa si è portata a casa da questi anni di insegnamento?
Tanti ricordi bellissimi, in particolare il ricordo dei tanti ragazzi simpatici che ho conosciuto. Ogni tanto mi prendevano scherzosamente in giro. Sono stati anni molto positivi, e mi sento molto arricchita dagli anni trascorsi in questo Istituto.
Ha riscontrato anche delle difficoltà?
E’ capitato, ma non con gli studenti, con cui sono sempre andata d’accordo. Ogni tanto ho vissuto momenti difficili con alcuni colleghi.
Come, e da quanto, ha intrapreso la strada di VITE?
Sono entrata a far parte della redazione circa vent’anni fa, con una collega di italiano che allora se ne occupava, la prof.ssa Rosa Pagani. Gestivo prevalentemente i contatti con stampatori e tipografi; all'epoca i giornalini scolastici erano solo in formato cartaceo. Quando la Professoressa Pagani è andata in pensione, ho proseguito il lavoro con alcuni colleghi e con gli studenti.
Quali differenze ha riscontrato tra i suoi primi e ultimi tempi di insegnamento?
Durante i miei primi tempi di insegnamento ero inesperta, e ancora davo del lei agli studenti, anche perché essendo un insegnante tecnico-pratico dovevo seguire più materie per le quali ero abilitata. Avevo anche un'esperienza come insegnante di dattilografia presso l’Istituto Casali di Castel S. Giovanni. Poi mi sono abituata alla confidenza con i miei studenti e ogni tanto sbottavo, ma ho sempre mantenuto fermezza verso il rispetto delle regole.
Come è cambiato il rapporto insegnante-studente nel tempo?
All'inizio era più formale, poi c’è stata più confidenza. C’è una cosa che mi ha sempre dato fastidio: la mancanza di rispetto di alcuni studenti verso i loro pari, cosa che mi feriva ancor di più delle uscite infelici verso la sottoscritta.
E come è cambiata la scuola nell’arco del tempo?
Devo dire che nel tempo c’è stata un'involuzione, soprattutto a livello culturale. Alcuni obiettivi sono stati abbassati, soprattutto per quanto riguarda la scrittura. Oggi i ragazzi pensano di strutturare e scrivere un tema allo stesso modo in cui scrivono ed inviano messaggi col telefono.
Le è dispiaciuto lasciare l’insegnamento?
Mi è dispiaciuto tantissimo; se avessi potuto, avrei continuato a insegnare.
Ha dei consigli da proporre agli studenti che arriveranno e a quelli che a breve lasceranno l’Istituto?
Consiglio agli studenti che arriveranno di impegnarsi e dedicarsi allo studio fin da subito, poiché l’Istituto Tecnico prevede diverse materie alle quali è necessario dedicare impegno. Agli studenti che lasceranno l’Istituto, consiglio di intraprendere percorsi adatti alle loro capacità e potenzialità. Tutti hanno capacità e potenzialità, ma è necessario sfruttarle in maniera proficua.
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